QUANTO FA UN NUMERO DIVISO 0?
E' nozione ancora "ignota - ignota" in Matematica.
Una nozione è ignota quando ci si rende conto di non sapere una certa cosa. Se ci sono altri abitanti nell’Universo, oltre a noi, è cosa ignota, ma sappiamo di ignorarlo, tant’è che ci facciamo la domanda e ci rendiamo conto di non saper rispondere né con un si, né con un no.
Una nozione appartiene al campo dell’ignoto-ignoto, quando proprio non ci passa per l’anticamera del cervello quella cosa che: “ignoriamo persino di ignorare”.
Pertanto la domanda quanto fa un numero diviso 0, può far sorridere i “supponenti di turno”, magari stralaureati in Matematica e che la insegnano pure all’Università, i quali non ci mettono niente a ritenere deficiente e “terrapiattista”(!) chi si fa una domanda del genere; uno scolaretto del liceo risponderebbe di getto: fa infinito (c’è l’apposito simbolo dell’8 rovesciato ∞ per indicare infinito!) un numero diviso 0. Che domanda stupida eh?
Invero vedremo intanto che non è una domanda stupida, perché rispondere “fa infinito” è semplicistico. Fin a dire che "fa infinito", ci arrivano tutti.
Peraltro il risultato matematico di n:0, che appunto non è semplicisticamente ∞, apre un mondo di conoscenza tale, che avere tutte le lauree conseguibili nelle Università e aver superato le 72.000 materie possibili immaginabili che ci sono da studiare in tutte le facoltà e corsi complementari e approfondimenti vari, rispetto a chi sa quanto fa n:0, proporzionalmente è paragonabile ad un bambino che muove i primi passi col triciclo e Valentino Rossi, stracampione mondiale di motociclismo.
Ci scusi per il paragone estremo, chi percepisse che abbiamo esagerato, ma non abbiamo affatto esagerato. La nozione quanto fa n:0 è spaventosamente foriera di una crescita scientifica abnorme.
E’ il non plus ultra del conoscibile. Conoscere più di questa nozione, avvia alla conoscenza totale: a saper scrivere quella Teoria fatidica, che nessun Fisico al mondo è mai riuscito, non a completare, proprio a buttar giù nella base fondamentale di partenza (La Teoria del Tutto).
Fatta questa premessa, che rende perplessi non poco i Cattedratici di Matematica, se ci mettiamo pure il “prolegomene”, che nessun Professore al mondo di Matematica, saprebbe dire qual è “l’unità di misura” in Matematica, crediamo che il celebre “matematico impertinente”, che scrive su LE SCIENZE, si farebbe uscire il fumo dal naso, dalla rabbia e da quanto si indispone. Rifiutandosi di continuare a leggere.
Dovesse essere che qualcuno si indispone, non è problema nostro. Vero è che la Scienza di Matematica ne sa quanto noi ne sappiamo di lingua cinese. Senza la nozione di n:0 = x, la Matematica non è ne potrà mai essere considerata una “Scienza esatta” e nemmeno tutte le altre discipline, che fanno capo alla Matematica. Come per esempio la Fisica (che si considerano Scienze esatte con l’autoreferenza, ma non lo sono affatto Scienze esatte!).
Prendiamo la Meteorologia (ramo della Fisica) che dovrebbe fare le previsioni del tempo e moltissime volte non ci azzecca clamorosamente, dacché annuncia pioggia e si verifica siccità o il contrario. A scompaginare i calcoli, i meteorologi dicono, per giustificarsi, che ci si mette il fenomeno imprevedibile del battito d’ali di una farfalla in Australia, che scombina tutte le previsioni matematiche.
Ebbene, una Matematica perfetta che avesse cognizione di quanto fa n:0, saprebbe tener conto anche del battito d’ali di una farfalla. Ci siamo concettualmente?
PRIMA DI CONTINUARE, un aneddoto propedeutico al concetto da cogliere. Molti anni or sono (poteva essere l’anno 1980) lo scrivente si trovò a cenare in un ristorante con una signora, la quale doveva essere convinta in qualche modo, delle capacità di “calcolo” dello scrivente stesso, che le aveva previsto una soluzione (incredibile) per non finire rovinosamente in miseria finanziaria e doversi a dir poco suicidare. Vedendo il tavolo ancora vuoto, accanto; attirò l’attenzione della signora, prevedendo ciò che si sarebbe verificato tra 5 minuti: che sarebbero entrati 2 signori ben vestiti con giacca blu e cravatta, di cui uno molto alto e l’altro medio, che si sarebbero seduti, quello alto di signore, in una certa sedia e l’altro, in quella di fronte. Inoltre, che avrebbero ordinato e … che poi si sarebbero spostati in un tavolo più distante per continuare la cena, la quale infatti fu servita loro nell’altro tavolo. Lo scrivente e la signora rimasero letteralmente attoniti, nel prendere atto di quanto la previsione era stata corrispondente nei minimi dettagli ai fatti verificatosi. Per di più la soluzione prevista, per superare il problema catastrofico, si è puntualmente verificata: la signora conobbe un ricchissimo uomo, ch l’ha sposata e che potesse verificarsi tale evento, appariva impossibile, a dire poco).
ALTRO SPUNTO DI RIFLESSIONE sia il seguente: lo scrivente riesce a trovare con una semplicità disarmante soluzioni tecniche e scientifiche nemmeno ravvisabili comunemente. Infatti nessuno al mondo le ha mai nemmeno pensate, né potrebbe mai farsele venire in mente. Persino il modo per abolire l’impianto elettrico in una abitazione, potendo far funzionare luci, utilizzatori vari, molto molto meglio, abbattendo persino ogni possibilità di guasto e tanto altro di incredibile a dirlo.
Va da se che lo scrivente, come medico, è in grado di risolvere istantaneamente (il metodo, basato sulla radiotecnica che ha messo a punto, impossibile da concepire allo stato attuale, lo fa in pochi milionesimi di secondo!) blocchi articolari, quali quelli del ginocchio per esempio. Senza ricorrere ad alcunché di chirurgico o di minimamente invasivo o cruento o doloroso, laddove allo stato attuale dell’arte medica è incontrovertibile che si debba ricorrere ad impianto di protesi artificiali. Ottenendo non solo che il paziente che afferisce possa uscire correndo, senza più alcuna limitazione o/e dolore, ma che la guarigione sia totale e definitiva. Risultato enormemente (sarebbe da dire abnormemente) superiore a quello ottenibile con la chirurgia protesica. Anzi, imparagonabile a tutti gli effetti.
Inutile sarebbe dire quello che ha fatto lo scrivente come fisico (che alla "Teoria del Tutto" non ci si arriva, senza la nozione matematica di n:0, è stato detto in premessa).
DISSIPATA ogni tentazione di pensare che la soluzione dell’equazione n:0 = x sia qualcosa di banale, sulla quale i Cattedratici all’Università si sbellicherebbero dalla risate per commentare con aria di sufficienza e superiorità: - è una stupidata. Lo sanno tutti gli studenti della scuola appena dopo le scuole medie, che n:0 fa infinito; entriamo nel vivo della spiegazione.
E’ richiesta solo un pochino di attenzione per capire tutti i “passaggi” concettuali, che portano a comprendere bene la nozione nuova per tutti. Non solo per chi creda di essere non competente di alta Matematica. Anche il Professor Oddifreddi, è invitato a prendere atto di qualcosa, che anche lui NON poteva conoscere, sebbene chiarissimo uomo di Scienza e matematico eccellente per antonomasia.
Vi invitiamo a partire dal dato di fatto che persino Galileo Galilei dovette arrendersi, appena tentò di fare il primo passo per entrare nella nozione di Infinito. Non varcò mai quella porta.
Solo un grande matematico, vissuto secoli dopo di lui, George Cantor, varcò quella porta e per l’effetto, finì nientedimeno che ricoverato in manicomio e non ne uscì più. Cantor fece soltanto il primo passo. Per arrivare a quanto fa n:0, ce ne sono altri due niente male. Quanto al terzo ed ultimo!